Ciao don Erminio!
Appena terminati i tuoi anni di ministero come parroco, sei venuto tra noi, così come avevi promesso al nostro don Vincenzo di cui eri un amico sincero, perché come lui amavi San Pietro al Monte, la sua bellezza, la storia della sua fede, e non volevi lasciarlo solo. Così sei arrivato subito tra noi, in punta di piedi, come per non disturbare, e silenzioso ti sei messo accanto a noi. In ascolto.
Nello stesso modo sei rimasto tra noi Amici di San Pietro in questi anni, con discrezione, salendo tenacemente ogni domenica, spesso da solo, la montagna verso la basilica sul monte, per celebrare la messa domenicale lassù, nell’afa dell’estate e nel gelo dell’inverno, anche quando si fu costretti dalle disposizioni a compiere la liturgia solo all’esterno, all’ombra della magnifica chiesa e nella cornice straordinaria degli alberi del bosco. Allora, dopo aver accolto tutti coloro che arrivavano, celebravi il sacrificio santo e, con parole semplici ma profonde, ci indicavi la strada per vivere la fede nella realtà di tutti i giorni. Poi vivevi con gioia il momento della convivialità della tavola, per conoscerci uno ad uno, per ascoltare le nostre opinioni, sentire le nostre perplessità, essere partecipe delle nostre felicità e delle nostre preoccupazioni.
Anche durante le nostre riunioni sembrava te ne stessi in disparte, soprattutto in ascolto. Eppure all’occasione, con la tua profonda conoscenza e competenza, amavi anche discutere di argomenti profondi: di teologia, di giustizia, di pace o delle nuove interpretazioni dell’Apocalisse… e ogni volta finivi per parlare dell’attenzione che occorre portare agli ultimi: i poveri, gli ammalati, gli immigrati, gli anziani… Sempre con un tono mite, misurato, comprensivo per le opinioni degli altri.
Abbiamo imparato molto da te, dalla tua mitezza, dalla tua perseveranza, dal tuo modo di accostarti alla vita degli altri con discrezione, chiedendo “è permesso?”, come quando entravi a San Pietro. Soprattutto abbiamo imparato dalla tua incrollabile fede a guardare in alto e avere speranza.
Oggi te ne vai, in silenzio e troppo presto, troppo presto! Pensavamo di tenerti ancora per molto tra noi, ma sei stato chiamato da Lui alla Casa del Padre.
Ti salutiamo per l’ultima volta e idealmente ti portiamo ancora una volta a San Pietro e da lì, con don Vincenzo, ti preghiamo: tieni aperta la Sua Porta anche per tutti noi.
Carlo Castagna per gli Amici di San Pietro
Durante la salita, don Erminio amava fermarsi spesso. Ne approfittava per riposare ma anche per scambiare due chiacchiere con le persone che incontrava sul sentiero. Prima di affrontare l’ultima scalinata, tappa d’obbligo era una panchina traballante che lo invitava ad accomodarsi. Qui abbiamo voluto installare, in sua memoria, un sedile ricavato da una grossa radice di faggio