È di questi giorni (febbraio 2021) la notizia che al sindaco di Pompei, sono stati recapitati anonimamente alcuni reperti, trafugati tempo fa da visitatori desiderosi di portarsi a casa un pezzo di storia.
E non è la prima volta, anzi è capitato spesso. Pentimenti tardivi o anche il desiderio di disfarsi di oggetti perché ritenuti portatori di sventura proprio perché rubati.
Chissà qual è stata la motivazione per cui anche a don Mario, parroco di Civate dal 1997 al 2007, è stato recapitato tempo fa un prezioso pezzo di stucco della cripta. Si trattava di una faccina di uno degli apostoli dolenti facenti parte della scena della Dormitio Virginis. Fino al 1975 nelle fotografie si poteva ancora vedere la presenza di questo volto, negli anni successivi, al suo posto, un vuoto.
Racconta don Mario che una mattina di Marzo del 2004, al suono del campanello della canonica, visto che nessuno si presentava nonostante l’invito ad entrare, si è avvicinato al cancello ed ha visto un pacchetto ben confezionato. Apertolo con cura, ha trovato con sorpresa, il volto di un apostolo, dolente per la morte della Madre di Gesù. “Per me è stato un segno della presenza amorevole di mia madre, volata in cielo da poco e della cui mancanza sentivo un grande dolore”.
Risistemato al suo posto dai restauratori, l’apostolo ha ripreso a vegliare Maria.
Non sapremo mai chi l’abbia “preso in prestito” e custodito per un po’ di tempo, ma siamo comunque grati di questi pentimenti tardivi.
In verità c’è ancora qualche pezzo che manca al patrimonio di San Pietro al Monte, perciò speriamo in altre restituzioni.